RIZIERO FANTINI IL GIORNALISTA ABRUZZESE FUCILATO IL 30 DICEMBRE 1943

di Pierluigi Roesler Franz

Tre giornalisti partigiani furono fucilati a Roma a Forte Bravetta 78 anni fa. Fino al 2020 se ne conoscevano solo due, i giovani giornalisti partigiani il toscano Enzio Malatesta (Medaglia d’oro al valor militare alla memoria) e il lombardo Carlo Merli, fucilati il 2 febbraio 1944 a Roma a Forte Bravetta dopo essere stati condannati alla pena capitale da un tribunale germanico. Ma, grazie alle certosine ricerche del collega Carlo Picozza, giornalista di Repubblica e consigliere dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio (che ha appena ultimato un suo libro sulla Resistenza dimenticata), si è scoperto che anche un altro giornalista aveva subito la stessa tragica sorte poco più di un mese prima ed esattamente il 30 dicembre 1943: è un suo prozio, l’abruzzese Riziero Fantini, che aveva scritto per “Umanità nova”, “La Frusta”, “Cronache sovversive” e molte altre testate, in America e in Italia, mentre Merli e Malatesta avevano scritto entrambi per il foglio clandestino “Bandiera Rossa”. Tutti e tre sono stati difensori della libertà e della democrazia e testimoni del loro tempo.
Si é così ripetuto quanto era già avvenuto anche a conclusione della Prima Guerra Mondiale quando nel 1934 su una lapide inaugurata da Benito Mussolini si indicò erroneamente in 83 il numero dei giornalisti morti combattendo per la Patria 1915-1918. Ma dopo lunghe e complesse ricerche proseguite per 7 anni e rievocate nel libro “Martiri di carta – I giornalisti caduti nella Grande Guerra”, curato dal sottoscritto assieme ad Enrico Serventi Longhi (Paolo Gaspari Editore per conto della Fondazione sul giornalismo “Paolo Murialdi”) il loro numero é triplicato passando a 267 colleghi Eroi di tutte le Regioni italiane, tra i quali 51 Direttori di giornali, 3 figli di ex ministri e un deputato in carica. Due terzi di essi furono poi decorati al valor militare anche alla memoria. Insomma, sia durante la Prima che durante la Seconda Guerra Mondiale morirono eroicamente molti giornalisti italiani.

A Forte Bravetta, costruito nella capitale tra il 1877 al 1883 in via di Bravetta 740 fra la via Aurelia e la via Portuense, su una superficie di circa 10 ettari, vennero eseguite 74 fucilazioni durante l’occupazione tedesca fra il 1943 e il 1944, per ordine del Tribunale militare di Guerra germanico e per mano della Gestapo di Herbert Kappler ed altre il 3 giugno 1944 a poche ore dall’arrivo degli alleati a Roma. 

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