Il Codice di autoregolamentazione delle trasmissioni di commento degli avvenimenti sportivi denominato Codice Media e Sport (Decreto del Ministero delle Comunicazioni 21 gennaio 2008 n.36, in G.U. 8 marzo 2008, n. 58) è stato elaborato da ministero delle Comunicazioni, ministero delle Politiche giovanili, ministero della Giustizia e Ordine nazionale dei giornalisti, dopo i tragici incidenti del 2007 in cui perse la vita l’ispettore di polizia Filippo Raciti fuori dallo stadio di Catania.
Richiamandosi alla Carta di Treviso e alla Carta dei doveri del giornalista, contiene principi che si specchiano nei valori etici e deontologici propri della legge dell’Ordine. Il Codice si rivolge soprattutto all’informazione radio-televisiva senza dimenticare internet e tutti gli strumenti di comunicazione audiovisivi.
Il Codice Media e Sport per l’autoregolamentazione dell’informazione sportiva è stato firmato il 25 luglio 2007 presso il ministero della Comunicazioni ed è stato sottoscritto da tutte le associazioni degli editori radiotelevisivi (Aeranti-Corallo, Alpi, Cnt, Conna, Frt, Rea, Rna) e inoltre da Europa Tv, Prima Tv, Rai, Sky, Telecom Italia Media, Ordine dei giornalisti, Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Unione stampa sportiva italiana, Federazione Italiana Editori di Giornali.Con questo Codice tutti i protagonisti dell’informazione sportiva, alla vigilia della ripresa del campionato di calcio, dicono il loro fermo NO alla violenza negli stadi, consapevoli del contributo che i mezzi di comunicazione di massa – da quelli tradizionali ai nuovi media – possono fornire per condannare nei confronti della pubblica opinione la violenza legata agli eventi sportivi, in particolare quelli calcistici.
Il Codice detta una serie di prescrizioni, in particolare nella conduzione delle trasmissioni radiofoniche e televisive, dove, ad esempio, in caso di violazione delle disposizioni del Codice stesso, il conduttore dissocia con immediatezza l’emittente e il fornitore di contenuti dall’accaduto e ricorre ai mezzi necessari – fino all’eventuale disposizione di una pausa della trasmissione, o la sospensione di un collegamento, o l’allontanamento del responsabile – per ricondurre il programma entro i binari della correttezza.Il controllo del rispetto del Codice è affidato all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).
Le eventuali violazioni riguardanti i giornalisti vengono segnalate dall’Agcom all’Ordine professionale di appartenenza per l’applicazione dei provvedimenti disciplinari previsti dalla legge 69/1963.