Giornalisti e Cassazione, le preoccupazioni degli Ordini regionali

Preoccupazione per alcune recenti sentenze in materia di lavoro dei giornalisti pronunciate dalla Corte di Cassazione. L’invito pressante al Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti affinchè avvii una forte iniziativa per la tutela della professione. E’ il contenuto di un ordine del giorno votato il 13 ottobre scorso, a Jesi, al termine dei lavori della Consulta nazionale dei presidenti e dei vicepresidenti dei Consigli regionali dell’Ordine dei giornalisti. Il testo è stato presentato dal presidente dell’Ordine abruzzese, Stefano Pallotta, dal vice presidente dell’Ordine del Piemonte, Ezio Ercole e dal presidente dell’Ordine delle Marche, Giannetto Rossetti. “La consulta dei presidenti e dei vice presidenti degli Ordini regionali, riunita a Jesi il 13 ottobre 2006 esprime la propria preoccupazione per le recenti sentenze della Corte di Cassazione, sezione “Lavoro”, su alcune controversie di lavoro di giornalisti. Tali sentenze, che nei casi più recenti hanno riguardato tre colleghi del Messaggero (due dei quali impegnati nel Lazio ed una nelle Marche, che avevano avuto riconoscimento delle proprie ragioni dalla magistratura di merito) poggiano sul principio della nullità del contratto di lavoro giornalistico stipulato con loro, in quanto non professionisti all’epoca. Al di là del fatto che questa giurisprudenza produca, come effetto principale, licenziamenti in serie di giornalisti che dopo anni di precariato nelle redazioni hanno chiesto di sanare le proprie posizioni di lavoro, preoccupa il riferimento a principi che introducono novità incompatibili con l’attuale ordinamento professionale dei giornalisti, così come codificato dal legislatore con la legge 69 del 1963. Ciò avviene, in particolare, attraverso una distinzione sempre più netta tra un “Albo dei giornalisti professionisti” ed un “Albo dei giornalisti pubblicisti”, laddove invece la legge professionale prevede un unico Albo seppure distinto in due differenti Elenchi. Tale orientamento della Suprema Corte, inoltre, produce tra i suoi effetti anche un forte ridimensionamento dei poteri dell’Ordine professionale, con riferimento alla iscrizione e retrodatazione nel Registro dei Praticanti Giornalisti: ciò, soprattutto, in riferimento allo svolgimento “di fatto” del tirocinio giornalistico, fin qui ritenuto utilmente e validamente compiuto anche in assenza della previa iscrizione formale del praticante nel relativo Registro. Alla luce di questi elementi, la Consulta nazionale dei presidenti e dei vicepresidenti degli Ordini regionali chiede al Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti di avviare una iniziativa urgente in tutte le sedi competenti (ministero di Giustizia, parlamento, Corte costituzionale) al fine di ottenere una interpretazione autentica delle norme contenute nella legge professionale dei giornalisti in relazione all’unicità dell’Albo”.

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