«Sottolineare il delicato profilo psicologico di una persona implicata in un grave fatto di cronaca nera, e poi sbatterne nome e cognome “in prima pagina” non risponde a un principio di buona informazione». Lo sottolinea in una nota l’Ordine dei giornalisti abruzzesi, che invita i colleghi della carta stampata, delle televisioni, dei quotidiani online e delle agenzie di stampa al rispetto delle norme deontologiche dettate a difesa dei “soggetti deboli”, al pari di quanto accade per i minori, come del resto previsto dalla “Carta dei doveri”, secondo cui “il giornalista tutela i diritti e la dignità delle persone disabili, siano esse portatrici di handicap fisico o mentale”. A motivare la presa di posizione, la brutta vicenda di cronaca nera che ha portato all’arresto di un dipendente dell’Asl di Pescara con l’accusa di violenza sessuale a danno di una collega: «Che senso ha – si chiede la nota – scrivere, anche sulla base delle informazioni fornite dagli inquirenti, che “la delicatezza della vicenda, e la necessità di tutelare sia la presunta vittima che il presunto autore della violenza, hanno indotto gli stessi investigatori ad evitare di fornire altri particoli”, oppure che il presunto autore “è stato assunto come categoria protetta per dei problemi psicologici che stanno forse alla base di questa vicenda giudiziaria” per poi divulgarne nome e cognome senza alcuna cautela? E che senso ha, ai fini dell’essenzialità della cronaca, ricordare che lo stesso è congiunto di un dirigente del Comune di Pescara indagato nei mesi passati per fatti del tutto diversi? L’Ordine dei giornalisti invita dunque i colleghi a un atteggiamento più rispettoso di quelle norme deontologiche che la stessa categoria si è liberamente date.